venerdì 8 marzo 2013

Caro agli dei... - 2.Onesti ritiri


2. Onesti ritiri

Morte del (super)eroe e morte fisica

Di Vampyrus Cynicus


Un albero si misura meglio quando è caduto 
Abraham Lincoln citato da Carl Sandburg

Il buon O’Dowe ci ha detto che la morte dell’eroe non può essere una morte naturale di vecchiaia. Quale può essere, allora, la morte di un eroe? Tralasciamo gli incidenti stradali o le “normali malattie”, che riporterebbero troppo il super alla normalità… e soprattutto toglierebbero il sogno ai lettori [1].
Un eroe può morire di super-cancro da nega-bande [2] ma non di “normale” cancro come i comuni mortali. Di virus “Legacy” [3], non di “normale” AIDS.
Ma perché?
Immaginiamo le menti più potenti dell'universo immaginario. Scienziati, mutanti, mistici, maghi. Chi li può fermare quando sono uniti? Quando elaborano insieme la controffensiva contro qualunque cosa minacci la Terra e, soprattutto, in primo luogo loro? Una malattia che uccide un essere umano “normale” può davvero uccidere un “super”?
Non sarebbe tollerabile. Per il lettore. Perché viola la sospensione dell'incredulità che sta alla base delle vicende dei supereroi. Per cui ogni aspetto della loro vita è profondamente diversa da ogni aspetto della nostra.
Se una malattia “da umani” colpisse davvero uno dei super, le succitate menti si metterebbero al lavoro, e una soluzione la troverebbero. Ci sarebbero le solite percentuali di fallimento dovute a super-impedimenti, ma alla fine ogni male sarebbe sconfitto. Se batti l'Anti-Vita, come potresti non battere una “banale” degenerazione cellulare?
E, dopo, rimarrebbe solo la domanda che si erano posti gli eroi che cercavano di salvare Capitan Marvel dal “super-cancro” «Perché non abbiamo usato le nostre capacità per sconfiggere questo terribile male, PRIMA?»…
No, anche la “normale” malattia è da escludere.
Per i supereroi stanchi della loro vita editoriale resta solo la via dell’onesto ritiro, dell’andare magari “là dove nessun uomo è mai giunto prima” o dove “il suo nome divenne leggenda”. O più semplicemente vincendo la battaglia decisiva contro il nemico di sempre e quindi esaurendo la propria ragione di essere super, o lasciando il proprio potere o rimanendo di riserva… magari senza finire in qualche supergruppo il cui unico scopo sembra quello di far vivacchiare personaggi che non reggerebbero da soli una serie.
Già, il mercato è l’unico, vero, assassino dei supereroi. È la spietata legge del gradimento a decidere se un eroe debba vivere o morire. O morire per vivere, visto che la morte tira, come dicevamo, e una bella morte può essere l’unico modo per far vivere un personaggio!
La morte editoriale dell’eroe raramente è una morte fisica. Bisogna tenere la porta aperta al revival, al ripescaggio. Perfino le morti più estreme e “umane” (che so: un suicidio del Punitore) trovano poi un trucco o due che permettano la rinascita. E al lettore questo non importa: scatta la stessa sospensione dell’incredulità che permette di non ridere se Falcon vola, e la giovane mente dice: “Ceh! Togo! Visto che è resuscitato/non era morto? Io lo sapevo!”
Ma non sarebbe più semplice dichiarare questa sospensione dell’incredulità? Proclamare il fatto che i super SONO SOLO EROI DEL FUMETTO e quindi hanno una logica diversa dalla nostra? Che possono morire e tornare senza che si spieghi il perché, ma con un semplice e lapidario “visto che si attacca al muro può anche fregarsene della morte”?
Non si può.
Non si può dire che l’imperatore è nudo. Non si può e basta.
Quindi bisogna tirare fuori idee sballate ma VEROSIMILI SECONDO LA LOGICA DEI FUMETTI e apparentemente non irreali in quella logica (diversa) che regola il nostro mondo… e via di nuovo per un altro giro della giostra!

Ma visto che l’intelligenza e l’idea geniale diventano merce rara… non stressiamoci, e non uccidiamo i nostri eroi. Mandiamoli in temporanea pensione [4], mandiamoli in onorato ritiro con qualche revival segretuccio ogni tanto [5], mandiamoli qualche Galassia (lontana lontana?) da cui, come Re Artù in caso di invasione della Britannia, torneranno, torneranno, torneranno prima o poi…
O facciamo come con il povero Bruce Wayne, quando si volle dare un’altra impennata alle vendite, mostrando la caduta del Cavaliere Oscuro. Ecco che nacque la saga Knightfall, in cui il nostro miliardario veniva privato dell’uso delle gambe e costretto, sulla sedia a rotelle, a istruire il suo successore, l’ex Azrael!
Poi, tanto, l'universo DC fu riazzerato, e con il suddetto nuovo giro, ecco una nuova corsa: fuori Azrael, ritorna Wayne, e chi s’è visto s’è visto…








1. E non avvengono mai… A che pro battere Galactus se ti fa fuori un autista ubriaco?
2. Vedi La morte di Capitan Marvel, la prima Graphic Novel by Jim Starlin (no, non scriverò “IL” graphic novel neanche sotto tortura!)
3. I mutanti della Marvel dopo la saga The Executioner Song (ma stranamente sono morti quasi tutti mutanti di serie B, se escludiamo
Colosso... che poi alla fine mica era morto davvero!).
4. Questo è il presupposto di The Watchmen. Pensione con scivolo per decreto!
5. (Ri)guardatevi il film The Incredibles, per un esempio, o ciò che fa supporre il finale dello stesso Watchmen

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