giovedì 3 maggio 2012

UNA NOTA SULLA CONTEMPORANEITA' NELL'ALBO III DI WATCHMEN - (meno 5.4 o 97435.12 o 1756.2 al BigT)



ATTENZIONE!!!
Io vi AVVISO PRIMA!!!
Questo è un post PALLOSO e DA SUPERNERD!
Non aggiunge nulla alle discussioni sulle didascalie... ma serve solo a far vedere come posso perdere tempo a cercare di capire l'uso del Tempo nel Fumetto (e il problem della rappresentazione della sinconicità).
E non dite che non vi avevo avvertito.

QUI abbiamo esaminato attraverso le didascalie, l'intrecciarsi delle linee temporali di due scene nell'albo III di Watchmen: in una il Dottor Manhattan va in tv (scena A), nell'altra Dan e Laurie affrontano dei teppisti (scena B).
Ma avevamo già visto QUI come la vicenda di Laurie e Dan fosse agganciata "da un'altra prospettiva", quella delle persone all'edicola di Bernard.
Qui arriva Nova Express, la rivista cui appartiene Doug Roth, il giornalista che nella tavola 13 attacca il Dottor Manhattan. La rivista è in ritardo proprio perché il Dottore non potesse prepararsi alla trappola (scena C).
Ma arriva ***proprio quando*** Laurie e Dan si stanno infilando nella stradina dove ci sarà l'attacco dei teppisti.

Il fumetto, come ogni medium, ha il problema della rappresentazione della sincronicità. Ovvero, come illustrare scene che avvengono (più o meno) contemporaneamente.
Il nostro “senso del tempo” è limitato: possiamo rappresentare (e rappresentarci) il tempo contemporaneo solo attraverso l'escamotage di scene rappresentate successive, legate da un “intanto”, un “proprio in quel momento”, un “contemporaneamente”.
Non possiamo percepire la sincronicità, perché noi viviamo un tempo fatto di istanti fluidi, distinti, successivi.
Il Dottor Manhattan vive il tempo in modo sincrono, ci dice Moore, e ciò porta all'esperimento dell'albo IV: rappresentare la percezione del tempo del Dottore. Solo che la soluzione è la più umanmente accettabile, cioè delle vignette in cui didascalie successive nella stessa vignetta espongono il pensiero di Mahnattan in tempi (per gli umani) diversi, e insieme (per lui) contemporanei.

Ma torniamo al nostro caso.
Il problema è questo: l'idea che ci viene data dal fumetto (le scene A e B che si alternano nel montaggio della travola) è che le due scene siano contemporanee. L'uso della didascalia, che prosegue nella scena B ciò che è l'audio della scena A, rafforza questa percezione.
La scena C, però, complica la faccenda. E' contemporanea all'inizio della scena B, ma sembra successiva alla conclusione della scena A.

Insomma: la scena B (Dan+Laurie vs Teppisti) avviene prima o dopo che il Dottore venga intervistato nello studio (scena A)?
Nova Express viene consegnata (scena C) prima o dopo che il caso è esploso nello studio TV (scena A)?

Il corriere dice che quelli della rivista "aspettavano che il programma andasse in onda prima di tirare fuori le loro carte".
E, di conseguenza, appare logico che la scena dell'edicola (tavola 18 - scena C) è contemporanea alla scena dell'attacco dei teppisti a Dan e Laurie (tavv. 11-16, vignette della parte destra - la scena B), e successiva a quella nello studio (tavv. 11-16, vignette della parte sinistra - la scena A).

Perché allora mettere le due scene contemporanee (B e C) "staccate", e collegare la B alla A dando la percezione che siano contemporanee, vista la struttura?

Certo, potremmo immaginare che il Dottore entri nello studio nello stesso momento in cui Dan e Laurie passeggiano, e contemporaneamente Nova arriva nelle edicole, mentre Bernie legge il fumetto.
E quindi che per interpretare il tutto occorre leggere non solo questa tavola e le altre 3 che fanno il passaggio tra le scene A e B, ma anche la tavola 18, dove c'è la scena all'edicola.

Possiamo anche immaginare che la divisione di A+B impaginate insieme (tavv. 11-16), cui poi segue C (tav. 18) sia stata fatta perché gestire tre fasi contemporaneamente nella stessa tavola risulterebbe poco leggibile.

Però c'è la frase del corriere che fa supporre tutt'altro.
E la tavola 18 si collega "idealmente" con la tavola precedente, la 17, in cui Dan, reduce dallo scontro con i teppisti, viene informato da Hollie di ciò che è accaduto nello studio.
Ma nella vignetta due di tavola 18 rivediamo dall'edicola Laurie e Dan che camminano ignari verso l'agguato...

Ok, più difficile da spiegare che da fare (se si è Alan Moore, ovviamente).
Ma qualcosa si può forse divinare.
Anzi, si possono fare due ipotesi.

Nella prima dobbiamo tener conto del fatto che, come detto, col personaggio del Dottor Manhattan, Moore vuole giocare sulla percezione del tempo (From Hell non è lontano...), sulla sincronicità, etc etc etc.
Il Dottore "vive" il tempo in modo diverso dagli umani: è contemporaneo a tutta la sua vita.
Il problema della successione delle scene (e dell'apparente loop che si crea tra loro) è tale solo per noi, per lui sarebbe "normale".

La seconda è meno filosofica, ma più strutturale.
Le due scene parallele (A e B) riguardano i vigilantes. E lì si mette il confronto di cuiabbiamo parlato QUI.

La scena all'edicola, la C, riguarda invece il mondo della gente comune.
Lo abbiamo detto QUI: per loro le vicende dei vigilantes non sono diverse da quelle raccontate in un fumetto.
E così anche nella tavola 18 c'è un parallelo\contrasto, ma stavolta è tra fumetto-nel-fumetto e "realtà" interna al fumetto.

Oppure Moore si è semplicemente confuso.
Ma questo, nel momento in cui dilaga la polemica tra Moore e la DC a proposito di Watchmen, sarebbe dire un'eresia a mezzo web, no? :-p

PS: giusto per schierarmi sulla diatriba “Before Watchmen: si o no?”.
Watchmen non è solo una storia, ma è anche COME viene narrata la storia, ed è questo che lo rende una grande opera.
Gli spunti si possono ricavare da ogni fonte, e Watchmen è solo un po' più originale di altre cose, da questo punto di vista.
Ma la vera sfida da vincere, per gli autori che affrontano il mondo di Watchmen, non saròà quella di fare “grandi storie” e neppure di fare grandi psicologie. Sarà quella di replicare la struttura.
Se ce la faranno, chapeau, e acqusito.
Se non ce la faranno... pazienza. Niente sacrilegio. Forse qualche immoralità contro la giustizia letteraria pur all'interno del diritto d'autore. Ma sarà semplciemente un'altra storia ftta solo per “voglio incuriosirti su come va a finire”.
E, per me, sarà dimenticata e dimenticabile come “L'ultima caccia di Kraven”

PSII: come sempre, immagini, Tavole e traduzione sono copyright degli aventi diritto. Per il fumetto sono tratte da Watchmen – Sotto la Maschera, I classici del fumetto di Repubblica Serie Oro 26, 2005 (DC Comics e Panini S.p.A.); l'immagine di testa è tratta da Internet... e tutto ciò non è qui posto per fini di lucro, ma solo per esigenze di critica.

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