mercoledì 16 febbraio 2011

16/02/2011 (meno 83.280 al BigT) - Iniziare dall'inizio


Premessa.
Come promesso (cacofonia involontaria) qualche anticipazione della trama.
Già sapevate che ci sarebbero stati cavalli, oggi vi dirò chi sta sopra quei cavalli!


Dove ero arrivato, prima della tempestosa novità?
Ma sì, ai miei orridi "layoutini" che dovevano guidarmi nell'organizzare il vasto materiale in una scaletta\scalettone in vista della sceneggiatura definitiva.
Ovvero alla prima versione della sceneggiatura provvisoriamente definitiva... ma questa è un'altra storia.

Cosa dire di una storia che diventa soggetto che diventa sceneggiatura?
Innanzitutto che è fatta di un inizio, di un centro e di una fine.

E qui tutti a sbraitare che sto dicendo banalità.
Ma dobbiamo rifletterci su: le banalità sono tali, solo perché sono verità evidenti a tutti.

Verità.

Evidenti a tutti.

Elementi che spesso, proprio perché sono banali ed evidenti a tutti, tendiamo a trascurare.
E così talvolta non riusciamo a renderli come sarebbe lecito aspettarsi dall'evidenza di cui sopra.

Così il "partire da un inizio, fare tutti i passaggi e concludere alla fine" non si è rivelato così banale quando mi sono seduto al mio Pc per scrivere, dopo aver finito il soggetto.
Quello che in fase di impostazione sembrava funzionare, in fase di realizzazione dei layoutini funzionava meno.

Ad esempio l'inizio.
Ok, me lo sono sempre immaginato in un certo modo. Con un arrivo ritardato dell'eroe non dico alla Quarto Potere, ma certamente non alla prima tavola.
Ma il fumetto è fumetto, non è un medium che si può dilatare ed arricchire come ad esempio il cinema o i miei amati romanzi.

(Romanzi, ah, delizia dell'umanità creatrice...
Non ci sta una dscrizione in due pagine? Ne aggiungiamo una terza! A meno che non venga un severo editor che ti stronca, e in nome del timore della noia usa le forbici e riduce e rende il tuo inizio dannatamente migliore di quanto tu stesso avevi fatto!)

In un fumetto non abbiamo la libertà delle tavole infinte.
Specie in una realtà povera di mezzi quale è quella del fumetto nell'era della crisi. Devi rientrare nel modulo dei multipli di 8 per la foliazione, non puoi superare un numero totale di pagine per via delle spese etc etc etc.
Così l'inizio deve essere breve.
Se hai a disposizione (come avevo a disposizione) 22 tavole, non potevo dilungarmi troppo nel giochino del ritardare l'arrivo dell'eroe.
Perché DanG.E.R. nelle intenzioni deve essere veloce, dinamico. Se allungo troppo il brodo per avere l'effetto dell'attesa del protagonista, rischio di non avere abbastanza tavole per far vedere ***cosa sa fare*** il protagonista.
Certo, potevo cavarmela con persone che parlano di cosa sa fare il protagonista. Ma dove andava a finire la sacra regola "fai vedere una cosa piuttosto che dirla"?

Così i layoutini mi sono venuti in aiuto, e mi hanno messo davanti all'orribile realtà della scelta: dovevo dire addio alla mia trionfale "partenza lenta"!
Avete presente gli infiniti primi minuti di "C'era una volta il West" in attesa di Armonica? Sì, va bene, Claudio, in realtà alla fine ci rivelano delle cose su quello che sarà il tema nascosto del film... ma sono infiniti!
L'attesa dai lunghi tempi doveva ridursi a una tavola.

Una tavola in cui un pastore errante dell'Asia centrale (Grazie, Conte Leopardi) si accorge con uno stupore che diventa paura, che qualcuno sta caricando contro di lui.
I Tartari sbucati dal Deserto di Buzzati, ovviamente.
Ma visto che si parte con una pagina destra, basta girare (ah, meraviglie del fumetto cartaceo che un e-reader non riuscirà mai a rendere!) e Steven Spielberg irrompe nel nostro albo, e con lui Daniel in fuga.
Insomma: altro che dilatazione! Le esigenze di spazio ("spazio\tempo! verrebbe da dire!) mi costringono a una misera tavoletta. Perché la prima tavola in cui appare Daniel ***doveva*** essere una splash page, vista l'immagine che volevo dare.
E se la prima tavola è di approccio, e la scena-clou dell'inizio è una splah page... beh, signori: l'intro finisce qui, perché bisogna accelerare subito dopo!
Un po' come fa Daniel a tavola tre, insomma.

Insomma. vi ho detto che ci saranno i Tartari a cavallo.
E che l'eroe sta fuggendo.
Come e perché lo vedrete nell'albo, se il mio impegnato disegnatore sarà meno impegnato!

Nel prossimo post, invece, se avrete voglia di leggere una storia che si dilata nei tempi di realizzazione prefino più di quanto avrei voluto preparare l'apparizione dell'eroe, vi racconterò come mettere su carta mi ha posto seri problemi per il finale previsto.

A presto, se il BigT non arriverà prima

2 commenti:

  1. Maestro, non approfitti del suo vasto sapere per sconfonderci: se tra scene-clou e splash-page, pagine destre, pastori erranti dietro le siepi, ci infila pure Steven Spielberg... non capiamo più di cosa si sta parlando :P

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  2. Mio buon diletto...
    Ahimè la mia cripticità è eccessiva!
    Chiedo umilmente perdono, nel tentativo di dire e non dire ho generato caos allo stato bradipo...
    Rimedio così: nella prima tavola c'è il pastore (errante)
    Girando pagina ci sarà una splash page, che evoca Spielberg, sempre che MaxD non me la contesti! Quale sia la citazione non la dico...
    Il vantaggio delle "pagine destre" di un fumetto è proprio questo: che ti nascondono la coppia di tavole successiva e che quindi puoi usare un effetto sorpresa!

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